Spesso
ci capita di pensare che la moda sia una forma d’arte contemporanea.
Non c’è convinzione più
sbagliata.
Mettiamo
semplicemente in comparazione un quadro del 1300 ed uno del 1800.
Si
noterà immediatamente come il costume, gli abiti e la moda stessa, siano mutati
nel tempo e nei secoli.
Noi
consideriamo un abito dell’Ottocento “un
pezzo da museo”, ma anche le giovincelle del 1800 non avrebbero mai
indossato un abito medioevale.
Proprio
perché ormai non rispecchiava più quella che era la loro contemporaneità!
Si
sa, ogni periodo, ogni momento storico ha la “sua moda” ed il “suo stile”.
Quest’ultima
non nasce in tempi recenti, oserei addirittura dire che nasce quando l’uomo a
sua volta compare per la prima volta sulla terra.
Inizialmente,
ci si copriva per necessità. Poi, piano piano, si è scoperto che quello che si
indossava poteva ad ogni modo, essere carino. Poteva avere quindi sia un ruolo
funzionale ma anche un ruolo estetico.
Proprio
per questo motivo, in questo articolo mi soffermerò su un palazzo veneziano, a
mio avviso uno dei più suggestivi e belli, ovvero: Palazzo Mocenigo.
Personalmente,
penso sia una tappa importante per chi ama la moda ed il costume, ma lo è per tutti
coloro che sono interessati alla sua storia. Alla storia dei tessuti ed del
loro confezionamento. Di come questi siano mutati nel tempo e la differenza tra
le varie classi sociali.
Inoltre,
altra cosa estremamente interessante: all’interno di esso ci sono bene cinque sale espositive dedicate al profumo.
Si
tratta di un percorso che, oltre ad offrire al visitatore un supporto video sul
ruolo di Venezia nel settore, ricrea effettivamente l’ambiente di un maestro
profumiere dell’epoca.
Una
delle cinque sale è allestita come se fosse un laboratorio del Cinquecento con
le materie prime necessarie ed i vari procedimenti. Troviamo poi delle ampolle
di varie misure, strumenti ed ovviamente un arredamento consono per quella che
era l’epoca cinquecentesca.
Ricordiamo
che, il profumo all’epoca, era un oggetto costoso
e lussuoso che pochissime persone potevano permetterselo. Era realizzato
con ingredienti molto pregiati ed avvolte anche rari, sia di origine vegetale
che di origine esotiche.
Anche
riuscire ad accaparrarsi queste materie prime era molto complicato, perché
spesso significava dover viaggiare a lungo per trovarle. Spesso provenivano,
come quelle esotiche, da paesi lontanissimi.
Il
museo ha ben diciannove sale espositive.
Quindi,
oltre alle sale dedicate al profumo,
ci ritroviamo immersi in un mondo quasi fiabesco, contornato da costumi
Settecenteschi ed Ottocenteschi.
I primi che troviamo
esposti sono proprio quelli del 1700.
Le
donne inizieranno a preferire abiti con tessuti leggeri da colori quasi
pastello, gonne gonfie – anche se non esageratamente – corpetti molto
attillati, ampi scollature e merletti un po’ ovunque. Vediamo nascere un nuovo
modello, una nuova tipologia d’abito, che oltretutto, oltre ad essere richiesto
per un canone estetico, risulta anche molto più comodo nei movimenti
quotidiani.
Lungo
le sale poi, troveremo esposti varie tipologie di tessuti, anche
molto diversi tra loro. Con lavorazioni particolari, ma anche i più semplici.
Non
si scorda nemmeno il vetro. Per chi conosce la
storia di Venezia, sa che il vetro di Murano rappresenta un grande pezzo
di storia per i veneziani. Oltre a rappresentare il lusso in molti manufatti,
ha avuto un ruolo fondamentale circa gli scambi commerciali.
Il
museo ovviamente, non si dedica solo alla “moda
femminile” ma, attraverso questo percorso culturale, troveremo anche vari
completi maschili, come ad esempio alcuni esempi dell’abbigliamento dei ricchi
patrizi veneziani.
Da
menzionare anche la sala dedicata ai gilet. Un capo che
nell’armadio maschile non è mai mancato in nessun secolo. Simbolo di eleganza e
di bon ton. Versatile e per niente
impegnativo nell’indosso.
Si
diffonde nel 1600, e di solito il tessuto utilizzato era la seta per “il davanti” ed in lino o cotone “dietro”. Nella sala,
vengono esposti modelli del 1700 ed è chiaro di quanto siano lontani anni luce
rispetto ai gilet attuali.
La
parte davanti termina con “due punte”
piuttosto pronunciate e, rispetto al 1600, si accorcia oltrepassando di poco il
punto vita.
A
fine secolo verranno tolto le maniche, acquistando il colletto e decorazioni
molto più accentuate. Chiaro che, queste decorazioni, venivano affidate solo ed
esclusivamente a mani esperte e con una bravura estrema.
Gli
uomini di corte amavano oltre al lusso, la perfezione.
Il
museo inoltre, possiede moltissime opere pittoriche vennero
all’epoca commissionate dalla famiglia
Mocenigo appunto.
Oltre
alla parte museale, il palazzo offre una delle più importanti bibblioteche
del Centro di Studi di Storia del Tessuto e del Costume in Italia.
Venne istituita nel 1985.
All’interno
troviamo tutta una serie di raccolte estremamente ricche ed articolate,
periodici e figurini di moda (circa 13.000 esemplari).
Il
palazzo inoltre, offre ai visitatori mostre periodiche.
Perché visitarlo?
Perché
trovo estremamente interessante vedere come sia cambiato il gusto del vestire
nel corso dei secoli. Non è nemmeno semplice trovare un museo che si dedichi al
profumo, rendendolo, anch’esso, protagonista.
Per essere appassionati
“di qualcosa” non basta solo leggere l’ultimo articolo uscito a riguardo.
La
passione, ad un certo punto, deve lasciare spazio alle competenze e allo
studio.
Per quanto riguarda
invece tutte le info tecniche, costi ed orari vi rimando al sito ufficiale del
museo: www.visitmuve.it
Inoltre, grazie al progetto Google Digital Culture, è possibile visitare il palazzo attraverso un tour virtuale!
Inoltre, grazie al progetto Google Digital Culture, è possibile visitare il palazzo attraverso un tour virtuale!
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