martedì 22 novembre 2016

Aumentano gli italiani all estero, e un giovane su tre sogna di emigrare

La fuga dei cervelli dall’Italia è un fenomeno ancora attualissimo, al punto che aumenta del 6 per cento la quota di nostri connazionali iscritti regolarmente all’Aire. A fare le valigie sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni, che è anche la fascia di età più propensa a cambiar Paese per tentar fortuna.

Addio Italia. È questa la fotografia che arriva dalla lettura dei dati sulle iscrizioni all’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, che a fine 2015 conta un totale di 107.529 connazionali espatriati in più (che sembra essere addirittura sottostimato, in quanto appunto fa riferimento alle sole persone che si sono registrate regolarmente), vale a dire il 6,2 per cento in più rispetto agli emigrati dell’anno precedente.



Aumentano gli italiani all’estero. In totale, al primo gennaio 2016 sono quasi 5 milioni gli italiani all’estero, in crescita del 3,7 per cento rispetto all’anno scorso; facendo poi dei confronti con il 2006 (vale a dire, soltanto dieci anni fa), l’incremento è addirittura del 55 per cento, che si traduce in valore assoluto in oltre un milione e mezzo di persone che hanno abbandonato i nostri confini nazionali. Le mete preferite dai nuovi emigranti sono i Paesi in cui c’è una forte tradizione di nostre comunità, come Germania, Svizzera e Argentina, ma nell’ultimo decennio c’è stato un boom di partenze verso Spagna (+ 155,2 per cento) e Brasile (+ 151,2 per cento). 

I Millennials fanno le valigie. Il dato assume contorni preoccupanti se pensiamo che a fare le valigie sono soprattutto i giovani, spesso preparati e formati, al punto che anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha commentato che “i nostri giovani devono poter andare liberamente all’estero, così come devono poter tornare a lavorare in Italia, se lo desiderano, e riportare nella nostra società le conoscenze e le professionalità maturate”, facendo riferimento al comportamento dei cosiddetti Millennials. È proprio la fascia 18-34 anni quella più interessata dai nuovi flussi migratori, anche se si tratta di una mobilità "in itinere", ovvero che "può modificarsi continuamente perché non si basa su un progetto migratorio già determinato ma su continue e sempre nuove opportunità incontrate", come si legge nel rapporto “Italiani nel mondo 2016” realizzato dalla Fondazione Migrantes.




Giovani pronti a partire. Lasciare l’Italia, dunque, è una strada sempre più battuta dai giovani, e una ulteriore conferma arriva da un sondaggio realizzato dal centro di ricerche Datagiovani e Panel Data su un campione di 600 connazionali tra i 18 e i 35 anni: nel 30 per cento dei casi, gli intervistati si dicono pronti a cercare fortuna all’estero, mentre un altro 70 per cento pensa che sia necessario partire per trovare opportunità di lavoro coerenti con le loro attese e i loro requisiti.

Primo passo, il curriculum. Per loro, e per tutti i (troppi) in cerca di lavoro nel nostro Paese o all’estero, redigere un curriculum vitae impeccabile rappresenta un primo passo decisivo per realizzare la propria aspirazione, ma bisogna prestare attenzione a una serie di importanti particolari; il portale Guida Fisco ha elencato alcuni consigli per non sbagliare nella compilazione di questo documento, mettendo anche a disposizione un modello del famoso Europass cv online, noto come “curriculum europeo”, facilmente compilabile da parte degli utenti.





Gli errori nel cv. A proposito di suggerimenti, il più immediato è ovviamente quello di commettere meno errori possibili mentre si scrive il curriculum, e soprattutto di evitare quattro strafalcioni che faranno senz’altro storcere il naso a chi propone un lavoro. I più “assurdi” sono l’indicazione erronea o troppo generica delle precedenti esperienze lavorative, utilizzare uno stile poco consono alla serietà del Cv (attenzione insomma ai font), millantare mansioni o false referenze e, ultimo ma non per ultimo, scrivere in modo sbagliato il proprio nome o le informazioni di contatto.

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