lunedì 10 settembre 2018

30 anni e sentirli, tutti

Lo so,
il parco giochi, il viaggio in camper, la visione ossessiva di Temptation Island e di altri programmi dal trash godereccio. Si, probabilmente il titolo di questo articolo doveva essere "30 anni e non sentirli".
Eppure, devo essere sincera, la leggerezza dei miei 30 anni, a pochi giorni dalla distanza del mio compleanno io la sento tutto.






L'insostenibile leggere dell'essere (trentenne)


Prendo in prestito il titolo di Milan Kundera utilizzato per uno dei romanzi più belli e significativi che io abbia mai letto per raccontare esattamente come mi sento a cavallo di questo traguardo obbligato.
Inaspettatamente forte, fiera e orgogliosa di me.


Se solo sapeste com'ero prima.
A 25 anni credevo fermamente di avere la verità in tasca. Quella verità per me era una zavorra che mi portava dietro tanta, troppa scontentezza.

Erano una giovane vecchia, rigida, troppo. Con aspettative ampiamente fuorvianti, dettate dalla società e dai rigorismi di cui forzatamente mi circondavo.
Sapete la storia del "posto fisso"? Ecco io ero totalmente ossessionata da quel modello di società da cui tutti scappavano. Per non parlare del matrimonio e dei figli, si pensavo anche a quello perché i 25 anni mi sembravano un traguardo da raggiungere solo con lavoro, marito e figli a carico.
Forse la paura, lei la mia più grande nemica, mi faceva rifugiare in qualcosa che non mi apparteneva affatto.

E invece guardatemi ora.
30 anni, un lavoro da freelance e una convivenza.

No, sicuramente non mi aspettavo questo dalla mia vita ma non per questo sono delusa o amareggiata, anzi sono felice.
Felice di quello che sono diventata, felice di quello che faccio, felice di come affronto la vita e di come ho deciso di viverla.

Ho trovato la mia strada, la mia vocazione. Ho trovato il mio equilibrio e posso dire con certezza che ci sono arrivata esclusivamente grazie o per colpa di tutto quello che è stato.
Quindi no, non mi colpevolizzo di ciò che è stato e non posso e non voglio incastrarmi nei soliti pensieri del del "se solo l'avessi fatto prima".

Semplicemente l'ho fatto quando era il momento, quando ho imparato ad ascoltare me stessa e il messaggio che la vita mi stava mandando.

Perché è la vita, se ci credete, che ad un certo punto ti spiega il tuo scopo.


#Sabina30 progetti passati, presenti e futuri


Avete presente quelle persone apatiche che aspettano che il lavoro e qualsiasi altra cosa nella vita gli cada addosso?
Ecco, io sono esattamente l'opposto di queste persone.

Una volta mi hanno definita "ambiziosa", in maniera pungente e critica, come se poi ci fosse qualcosa di male nell'essere ambiziosi.
Io non so se sono ambiziosa o se semplicemente sono una donna dalle grandi aspettative.
So però che nella vita mi sono sempre data da fare e ho creduto in tante troppe cose. 


Uno dei più grandi problemi che mi sono ritrovata ad affrontare riguarda appunto l'overloading di cose che avrei voluto fare e seguire.
Quando parlo di me e mi definisco eclettica non scherzo, ho trovato infatti la definizione più carina per dire che in realtà sono una che ama fare tutto.


Da piccola volevo giocare a pallavolo e l'ho fatto, dopo 3 mesi mi sono dedicata al nuoto e poi per un breve periodo anche al calcio femminile. Volevo fare ginnastica artistica ma poi sono tornata a fare pallavolo. 
Al termine delle scuole medie avevo le idee un po' confuse sul cosa fare da grande. Poi sentii parlare una ragazza di biologia e decisi che volevo fare la biologa marina. Finii per iscrivermi al lineo linguistico per poi fare un nullaosta e diplomarmi come ragioniere/perito informatico nonostante la mia fortissima propensione nelle materie letterarie.
Gli anni pre universitari sono i peggiori, tutti andavano avanti con le idee chiare tra lavoro e università e io restavo sempre ferma.
Dopo un iniziale frequentazione del corso universitario in lingue orientali ho deciso di cambiare aria e di tornare per un po' nella mia cara Napoli.
Il rientro non è stato dei migliori e dopo un periodo particolarmente difficile sono ripartita più carica di prima. Ho conosciuto Andrea e mi sono iscritta all'università ottenendo il titolo di storica dell'arte.
Ero felice, si tanto, ma non mi bastava.E così sono tornata all'università, prima per studiare il mondo del web e poi per un master in giornalismo e comunicazione.

Stavo finalmente trovando un senso a tutto...anche se c'è voluto ancora qualche anno.

Come vi ho già raccontato qui (Passioni, come trovarle, coltivarle ed essere felici), ho sempre pensato che io non fossi destinata ad avere una passione convinta che avrei potuto vivere senza.
Chiamatela passione o vocazione o scopo della vita.
La verità è che mi stava sfuggendo qualcosa che avevo sotto al naso. Un punto fermo nella mia vita a cui forse non avevo dato tanto peso.
La scrittura era sempre stato il legante di tutto. 
Scrivo da quando so tenere una penna in mano.
Ricordo con una nota di malinconia, un avvenimento che avevo quasi rimosso. Avevo 7 anni e la mia maestra mi iscrisse ad un concorso letterario per una poesia che scrissi, io vinsi e i miei genitori mi accompagnarono a ritirare il premio e partecipare alla manifestazione di premiazione.
Se solo avessi dato più peso a questo...

Ho sempre scritto: lettere, canzoni, poesie, articoli, post...anche quando studiavo...io scrivevo.

Ma parlavamo di progetti, passati, presenti e futuri.
Da che ho memoria, uno dei primi e più ambiziosi progetti da quando è sempre stato quello di scrivere un libro.
Ne ho iniziati 4, non ne ho terminato nè pubblicato uno.
Per il mio primo trentennio di vita voglio farmi un regalo: voglio pubblicare un libro così da poter realizzare il mio sogno.

Per il resto, come vi anticipavo ho la testa sempre a mille e questo in passato mi ha portato spesso a non saper scegliere con le giuste priorità. Il risultato è che non riuscivo a portare a termine nulla e mi perdevo tra il grande marasma della mia confusione/eclettismo.
Oggi, a fatica sto imparando a dire di no anche a me stessa, a dare delle priorità e a non trascurare quello che davvero mi fa stare bene, pur dovendo tenere a bada la mia creatività e quelle che apparentemente sembrano le idee più geniali del mondo.


Giovane, bella e trentenne


In passato lo confesso, quando vedevo una ventenne qualsiasi all'inizio di un percorso professionale o formativo provavo quasi invidia. Ripetevo ad alta voce "se solo potessi tornare indietro".
Oggi credo che se potessi tornare indietro poco cambierebbe.
Perché la consapevolezza che ho raggiunto in questo ultimo anno di vita non l'ho mai trovata in tutte le domande che mi sono posta in questi anni. In tutto quello che ho fatto, nelle mie continue ricerche anche il mio periodo di approccio al buddismo no, neanche con quello ho raggiunto la consapevolezza trovata negli ultimi anni.


Che dire allora? Brindo a questi miei 30 anni, brindo a tutto quello che sono riuscita a fare. Brindo a chi mi è stato sempre vicino e a chi mi ha supportato nel lavoro e nella vita personale. Brindo anche alle delusioni e ai fallimenti. Brindo agli amici, alla famiglia, al mio fidanzato e a tutti gli affetti.
Brindo al fatto che ora sono giovane, belle e anche trentenne!
Brindo a me, brindo a voi!
Cheers!

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