mercoledì 11 marzo 2020

Per tutte le cose che non ho fatto, per tutte le cose che non ho detto

Perché a pensarci le cose che non ho fatto e detto sono davvero tante. Perché il tempo è stato il mio più grande nemico negli ultimi tempi, perché non ho saputo gestirlo, ascoltarlo, preservarlo. E così ho rimandato le cene di famiglia, gli incontri con gli amici, gli aperitivi in centro storico perché tanto "ti dispiace se mi facciamo domani?".

Così presa dal lavoro, dai progetti abbandonati a se stessi, dagli obiettivi che sono sfumati e che poi ho rimodellato in base alla mia nuova vita, alle mie esigenze. E ora che quel domani è diventato oggi, di tempo a disposizione ne ho davvero tanto ma tutto ciò che mi resta sono le parole.

Perché ora che questo virus si è diffuso e continua a farlo alla velocità della luce, ci siamo ritrovati in inaspettatamente in quarantena, lontano da tutti, così distanti. E ce lo avevano detto, sì ci avevan avvisati, ma noi inguaribili ottimisti pensavamo che no, questa cosa non ci avrebbe toccato.

Noi italiani siamo belli, siamo forti, siamo artisti e creativi, come può un COVID-19 qualsiasi prendere il sopravvento sulle nostre vite? Incuranti abbiamo fatto finta di niente fino all'inevitabile. E così, tra decreti ministeriali e auto coscienza ci siamo uniti in questo atto di coraggio e responsabilità che ci rende vicini, ma distanti come non lo siamo stati mai.

"Vi dispiace se scendo settimana prossima? Ho molto lavoro da sbrigare".
"Possiamo rimandare la nostra cena al 10 Marzo? Sono indietro con dei progetti".

I giorni sono diventati settimane, le settimane si sono trasformate in un tempo indefinito che forse, e dicono forse, terminerà il 3 Aprile. Niente più cena, niente più casa con mamma e papà, almeno per il momento. Il virus si è diffuso e abbiamo dovuto chiudere le porte delle nostre case a suon di magoni allo stomaco e hashtag virali, i più comuni? #Iorestoacasa e #andràtuttobene.

E così sono rimasta davvero a casa, con il mio macbook e qualche scorta di cibo preventiva perché, neanche a saperlo, nei scorsi giorni avevo riempito le dispense. E ho imparato a fare torte, io che non sono una food blogger, ho finito un libro che prendeva polvere sul comodino, ho fatto meditazione e ho ricominciato con i workout.

Nel silenzio della solitudine tra le mura di queste quattro pareti. Ma l'apparenza inganna perché non sono sola, le videochiamate all'ora di cena insegnano che il tempo per stare insieme è davvero prezioso. Quanto sono stata sciocca a farlo trascorrere così?

Il Coronavirus ci ha tolto tanto ma ci manda un messaggio altrettanto importante: l'unico modo per uscirne è la reciprocità, la condivisione, il senso di appartenenza e di responsabilità. Solo ora abbiamo capito l'importanza delle cose non dette e di quelle non fatte. Forse, se fosse possibile, tutti chiuderemmo gli occhi adesso per risvegliarci a ieri o a domani.

Ma questo non è possibile, oggi come non mai dobbiamo vivere, dobbiamo dare voce ai sentimenti, dobbiamo chiamare chi amiamo, ascoltarlo, condividere con queste persone le nostre paure e le emozioni. Così che, quando tutto finirà festeggeremo, tra abbracci e baci.

Il solo poterci guardare negli occhi sarà più bello del Carnevale di Venezia, scendere in strada e tornare alla quotidianità così tanto criticata, ci sembrerà un sogno e ogni minuto vissuto ci sembrerà prezioso.

Oggi come non mai dobbiamo vivere, più di prima se è possibile, perché il futuro ci appartiene!


cosa fare durante la quarantena coronavirus










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